La Foresta Amazzonica, che macello!

La Foresta Amazzonica è una foresta equatoriale nel Bacino dell’Amazzonia in Sud America. L’area conosciuta dell’Amazzonia supera i 7 milioni di km² (1.2 miliardi di acri), anche se la foresta propriamente detta ne occupa circa 5,5 milioni. La foresta sta per circa il 65 % del territorio in Brasile, ma si estende anche in Colombia, Perù, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana Francese.
A partire dagli anni ’40, quando i governi della regione hanno deciso di sfruttare le risorse forestali e minerarie, più di un quinto della foresta amazzonica è stato distrutto, con gravi e irreparabili conseguenze sia per la biodiversità che per le specie viventi di tutto il pianeta, uomo compreso. Basti pensare, ad esempio, che 1 km² di foresta amazzonica può contenere circa 90.790 tonnellate di piante e che un quinto di tutti gli uccelli vive nella foresta amazzonica.
A livello globale la deforestazione determina il 20 per cento delle emissioni di gas serra. Il Brasile è il quarto più grande emettitore di gas serra a livello globale (dopo Usa, Cina e Indonesia).
Uno dei motivi per cui la foresta amazzonica viene distrutta, è per far spazio agli allevamenti illegali di bovini. E la carne e la pelle che ne derivano contaminano le filiere internazionali dell’alimentare, dell’arredamento, della moda e delle scarpe. Le prove raccolte da Greenpeace dimostrano, infatti, che i giganti del mercato della carne e della pelle brasiliani vengono regolarmente riforniti da allevamenti che hanno tagliato a raso la foresta ben oltre i limiti consentiti dalla legge. Le materie prime, frutto di crimini forestali, ‘sporcano’ le filiere produttive di tantissimi marchi globali e distributori.
Così, dopo tre anni d’indagini sotto copertura, Greenpeace pubblica l’inchiesta “Slaughtering the Amazon!” (“Amazzonia, che macello!”) fornendo un’agghiacciante fotografia del mercato globale della carne e della pelle, rivelando come i giganti brasiliani del comparto zootecnico stiano distruggendo la Foresta Amazzonica e il clima del nostro pianeta.

Via: Greenpeace