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In Italia le aziende investono sul fotovoltaico


L’energia solare costituisce una delle principali fonti energetiche rinnovabili, o pulite. Essa, termica o elettrica, è prodotta sfruttando direttamente l’energia irraggiata dal Sole verso la Terra.
In qualsiasi momento il Sole trasmette sull’orbita terrestre 1367 watt per m². Tenendo conto del fatto che la Terra è una sfera che oltretutto ruota, l’irraggiamento solare medio è, alle latitudini europee, di circa 200 watt/m². Moltiplicando questa potenza media per metro quadro per la superficie dell’emisfero terrestre istante per istante esposto al sole si ottiene una potenza maggiore di 50 milioni di GW (un GW – gigawatt – è circa la potenza media di una grande centrale elettrica).
La quantità di energia solare che arriva sul suolo terrestre è quindi enorme, circa diecimila volte superiore a tutta l’energia usata dall’umanità nel suo complesso, ma poco concentrata, nel senso che è necessario raccogliere energia da aree molto vaste per averne quantità significative, e piuttosto difficile da convertire in energia facilmente sfruttabile con efficienze accettabili. Per il suo sfruttamento occorrono prodotti in genere di costo elevato che rendono l’energia solare notevolmente costosa rispetto ad altri metodi di generazione dell’energia. Lo sviluppo di tecnologie che possano rendere economico l’uso dell’energia solare è un settore della ricerca molto attivo ma che, per adesso, non ha avuto risultati rivoluzionari.

Ultimamamente in Italia, tuttavia, si sono registrati numeri in crescita grazie alla diminuzione del costo dei pannelli e alla loro migliore resa. Le aziende si sono accorte dell’opportunità e investono. Quando tornare alla vita d’ufficio è sempre più dura, arriva in aiuto l’orto aziendale.
Nel 2010 l’Italia ha superato la soglia di un GigaWatt di potenza installata per quanto riguarda il settore fotovoltaico , collocandosi al secondo posto dopo alla Germania. Questi sono i dati rilasciati dal Ministero dello Sviluppo Economico, che segnala circa 70 mila impianti certificati con una produzione di energia media di 1.300 GWh su base annua, l’equivalente della fornitura di energia elettrica a 1 milione e 200 mila persone (la popolazione del Friuli Venezia Giulia).
Secondo i calcoli del GSE, grazie al ricorso al fotovoltaico si è evitata la produzione di 875 mila tonnellate di CO2 e si è ridotto il consumo di combustibili fossili  di 0,23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.
Ora che le regole e gli incentivi sono più chiari, grazie alla pubblicazione del Terzo Conto Energia ,l’investimento nel fotovoltaico è ripreso a pieno ritmo. Secondo uno studio pubblicato su Corriere Economia della società di consulenza A. T. Kearney, per fine anno verranno installati in Italia altri 850 MW, contro i 720 del 2009. Secondo la previsione, in tutto la potenza del fotovoltaico dovrebbe sfiorare i 2 mila MW (ossia 2 GW) e la produzione di corrente elettrica arriverebbe all’1% della domanda.
E anche le aziende si sono accorte dell’opportunità data dal fotovoltaico che ha fatto fruttare nelle loro tasche 2,35 miliardi di euro (+39% rispetto all’1,68% del 2008), con la prospettiva sempre più reale di arrivare a 3 miliardi di euro alla fine dell’anno.
Nuovi impianti sono sorti in ogni dove: dalla Lombardia, nel distretto Green-Tech Monza e Brianza, dove di recente è stato installato un impianto da 48 kWp che è stato attivato in soli sei giorni, grazie alla collaborazione tra MX Group e KSB Italia, fino all’Abruzzo, dove la BP Solar a metà ottobre ha inaugurato due nuovi impianti solari da 1 MW, evitando l’emissione di 1.400 tonnellate di CO2.
I fattori critici di successo sarebbero l’abbassamento del costo dei pannelli, prodotti al 55% in Cina, che arriverà a 1 dollaro per Watt nel 2015, e la crescente efficienza delle celle .
Ovviamente, il successo del fotovoltaico è dovuto in gran parte al sistema di incentivazione pubblico che regola lo sviluppo del mercato.

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